Una “palestra di autonomia” per il Dopo di noi
Stanno prendendo il via in questi mesi i progetti sul “Dopo di noi” proposti dalla Cooperativa, che sono stati approvati dalla Regione Toscana e che avranno durata triennale. In alcune aree della Toscana questi progetti segnano per la Cooperativa il debutto di una nuova partnership, quella insaturata con l’ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani), associazione sportiva che fa parte della FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva e Relazionale).
“Con questa collaborazione ci apriamo a nuove esperienze, che vanno al di là del solo ambito socio-assistenziale – afferma Antonella Garganese, responsabile Settore Anziani della Cooperativa -. Spesso quando parliamo di ‘Dopo di noi’ si fa riferimento al distacco della famiglia, ad esempio all’andare a vivere da soli: in questi progetti invece abbiamo colto un aspetto diverso, ovvero la creazione di spazi di autonomia attraverso lo svolgimento di un’attività sportiva non agonistica“.
L’associazione ha proposto alla cooperativa tre pacchetti: una “palestra di autonomia”, ovvero la possibilità di trascorrere tre ore alla settimana in palestra con un istruttore, alla presenza di un assistente (e in alcuni casi anche di un educatore professionale) della cooperativa; un weekend all’insegna dello sport, da trascorrere in Toscana, in cui fare attività sportive aperte al pubblico, stando quindi una notte fuori casa; una settimana fuori casa all’insegna degli sport acquatici, all’Isola Maddalena, in Sardegna.
Cosa può offrire in più un esperienza di questo tipo? “Per una persona con una disabilità cognitiva o relazionale l’educazione allo sport può portare benefici sia sul versante del comportamento, ad esempio per una persona autistica c’è un lavoro importante sulla tenuta rispetto ai rumori, sia su quello della socializzazione, perchè ci si trova in un contesto in cui si è a contatto anche con altre persone – afferma Garganese -. È anche un’occasione per tirare fuori una predisposizione che magari altrimenti non uscirebbe fuori, e per creare un’ulteriore opportunità di vita fuori dalla famiglia in un ambito protetto, con un istruttore preparato a lavorare sulla disabilità intellettiva e con il supporto di un nostro operatore“.