Una giornata in RSA
Come è cambiata la vita quotidiana nelle residenze sanitarie per gli anziani? Nelle 13 strutture toscane dove la cooperativa è presente con i suoi servizi, l’obiettivo principale è uno e uno solo: sbarrare l’ingresso al virus.
Fin dall’inizio la cooperativa ha cercato di muoversi d’anticipo rispetto alla diffusione del contagio, limitando gli accessi di persone esterne alle strutture, sospendendo le visite dei familiari, facendo indossare sempre le mascherine protettive sia ai lavoratori che agli ospiti anche quando non era obbligatorio.
Strategie che sono state messe in atto grazie alla costituzione di una “cabina di regia” interna, permanente e attiva 7 giorni su 7, di cui fanno parte la Direzione, il RSPP, i Responsabili dei settori… Per essere proattivi, per imparare a gestire la complessità di una situazione che è completamente nuova per tutti, e che richiede il massimo coordinamento con le Asl e gli altri enti di riferimento sui diversi territori.
Anche dentro le RSA la vita è cambiata. Non si ricevono visite, ma i contatti con le famiglie sono quotidiani grazie all’implementazione, proprio a questo scopo, delle dotazioni di tablet e smartphone per le videochiamate.
Non si fanno attività di gruppo, anche chi è autonomo non può frequentare gli spazi comuni.
Come vivono gli ospiti delle strutture queste limitazioni? In alcuni la mancanza di distrazioni fa crescere la preoccupazione e l’ansia, mentre altri le vivono come un’attenzione protettiva nei loro confronti.
Reazioni comprensibili, molto simili a quelle che tutti proviamo ascoltando in TV le misure restrittive decise dal Governo. Tutti, chi più chi meno, siamo insofferenti alle restrizioni che ci vengono imposte, ma in tutti prevale la responsabilità e capiamo che solo con responsabilità riusciremo ad uscire da questo momento difficile. Insieme.