Modi nuovi per stare vicini alle ragazze e ai ragazzi in difficoltà
Sono più di 400 gli educatori della cooperativa che hanno rimodulato il loro lavoro quotidiano per continuare a sostenere bambini/e e ragazzi/e con handicap, che prima seguivano ogni giorno nelle scuole, sia primarie che secondarie di primo e secondo grado.
Le lezioni sono sospese da oltre un mese ormai, e l’isolamento in casa è particolarmente difficile per questi ragazzi/e e per le loro famiglie. La scuola costituiva per loro un importante momento di socializzazione, oltre a dare un ritmo alla giornata.
Fortunatamente, i nostri servizi di educativa scolastica ed extrascolastica non sono stati sospesi, ma riformulati, in accordo con gli enti committenti, per poter dare continuità al rapporto con i ragazzi/e.
Nel giro di pochi giorni dalla chiusura della scuola questi servizi hanno visto una vera e propria “trasformazione digitale”: gli educatori hanno adattato o modificato i progetti di sostegno individuali, individuando caso per caso la modalità di interazione più adatta e facendosi aiutare dalla tecnologia per proseguire i percorsi avviati, sostenere l’autonomia, rispondere alle paure, lavorare sulla relazione.
In molti casi è possibile avvalersi delle piattaforme online messe a disposizione dalle scuole, e per ogni situazione sono stati individuati i tempi e gli strumenti più adeguati: dalle videochiamate alle semplici telefonate, agli incontri su Whatsapp, a momenti di raccordo con le famiglie.
Per gli educatori e le educatrici della cooperativa non è facile “entrare” nelle case: raggiungere i giovani utenti in un contesto completamente diverso da quello scolastico, a cui erano abituati.
Bisogna adattarsi a nuovi strumenti di comunicazione, aprire nuovi canali di dialogo, inventarsi nuovi equilibri.
Un sfida inaspettata, in cui l’obiettivo più importante è quello di tenere viva la vicinanza, il legame con la comunità e le comunità di cui ognuno è parte.
Far capire ai ragazzi e alle ragazze, ora più che mai, che non sono soli.