L’assistenza domiciliare, uno dei fronti più difficili in questa emergenza
Una rimodulazione dei servizi particolarmente impegnativa per i team della cooperativa coinvolti nel servizio di assistenza domiciliare ad anziani, persone con disabilità fisica o mentale e, in piccola parte, minori. E per le loro coordinatrici.
Entrare nelle case significa in questo momento confrontarsi con la paura delle persone, imparare a gestirla.
In alcuni casi la paura del contagio ha prevalso e gli utenti (o le loro famiglie) hanno deciso di autogestirsi, sospendendo il servizio. In altri casi gli operatori della cooperativa sono l’unico contatto con l’esterno, e sono diventati ancora di più un punto di riferimento, soprattutto per le persone sole.
I servizi rimasti attivi sono solo quelli “essenziali”: interventi per l’igiene, per l’alzata e la messa a letto, per il momento dei pasti.
Tutti i servizi hanno subito cambiamenti radicali, con l’introduzione di nuovi protocolli e procedure, nati da un’attiva collaborazione tra gli enti committenti e il coordinamento della cooperativa.
Tra questi, il triage preventivo, svolto telefonicamente sia per gli utenti (e i loro familiari) che per gli operatori, per effettuare uno screening dello stato di salute prima di attivare l’intervento domiciliare.
Poi, ovviamente, l’uso degli appropriati dispositivi di protezione (sul cui approvvigionamento la cooperativa è costantemente impegnata) che contribuiscono a una sempre crescente serenità, sia per gli utenti che per gli operatori.
Anche sul fronte degli orari, gli interventi sono stati accorpati per far sì che gli operatori debbano muoversi il meno possibile: gli orari sui territori sono stati armonizzati per ottimizzare l’impiego delle persone, limitandone gli spostamenti.
Nel territorio di Firenze Nord Ovest (otto comuni limitrofi al capoluogo), la Società della Salute sta costituendo un team interdisciplinare di medici e infermieri specializzati COVID-19: le nostre Francesca Cipriani e Alessandra Pompeo ne faranno parte e stanno seguendo una formazione mirata. Un team analogo è già stato costituito a Livorno per l’assistenza ai pazienti COVID-19 dimessi dagli ospedali, durante il periodo di quarantena in casa.
Una simile riorganizzazione ha permesso di far fronte a reazioni emotive che inevitabilmente, soprattutto all’inizio, sono state piuttosto forti e di individuare rapidamente le soluzioni per riprendere a lavorare in sicurezza e con serenità. Questo è stato possibile grazie alla flessibilità dimostrata dagli operatori, al confronto costante tra coordinatrici e operatori su tutti gli aspetti del servizio, e al grande lavoro di raccordo con gli enti committenti portato avanti dal team delle coordinatrici. Solo la loro esperienza e la loro sintonia hanno consentito di far fronte agli imprevisti e di gestire l’improvviso aumento della complessità del servizio.
Lavorando in smartworking, una formula del tutto nuova per noi, e passando le giornate al telefono, abbiamo trovato un nuovo e più forte affiatamento, siamo state in grado di sostenere scelte anche emotivamente difficili.
Così raccontano la loro esperienza. Un’altra lezione del Coronavirus.