Il loro futuro è il nostro futuro
Intervista a Claudia Lorenzelli, referente di servizio del nido Arca a Venturina Terme e coordinatrice pedagogica dei servizi all’infanzia per la cooperativa Di Vittorio.
In una cooperativa il più grande e importante valore sono le persone.
Quasi 1600 nel nostro caso, che rendono la cooperativa G. Di Vittorio una realtà importante per tutta la Toscana, fin dal 1977.
Chi sono le persone che lavorano in Di Vittorio? Come svolgono il loro lavoro, qual è la motivazione che le guida? Sempre di più vogliamo raccontare le loro storie e la passione con cui si mettono in gioco, ogni giorno.
Il lavoro di Claudia agisce su due livelli. Da un lato si occupa dell’organizzazione del servizio nel nido d’infanzia Arca, e ciò significa supportare i gruppi di lavoro (educatori, operatori e ausiliari) e lavorare per mantenere il benessere di tutti all’interno di quel piccolo ecosistema che è un nido d’infanzia: delle lavoratrici e dei lavoratori, delle bambine e dei bambini e delle loro famiglie.
Ha inoltre la responsabilità della parte organizzativa e metodologica dei servizi all’infanzia gestiti dalla cooperativa, oltre che il compito di controllo del rispetto del regolamento della Regione Toscana riguardo ai nidi.
Un lavoro molto complesso che riguarda molti aspetti diversi, dalla formazione del personale interno fino al controllo della qualità del servizio offerto alle famiglie.
Le chiediamo di descriversi con tre aggettivi:
“Se parlo più della mia parte lavorativa direi: accogliente, appassionata e determinata. Invece descrivendo la parte più privata di me stessa, quindi fuori dall’ambito lavorativo, oltre all’esser determinata in tutto quello che faccio direi estroversa ed empatica.”
“Le mie passioni si legano molto a quello che è stato il mio percorso di studi. Io infatti ho fatto il liceo artistico e poi mi sono laureata in storia dell’arte. Un’estate di tanti anni, vivendo vicino al mare, trovai un lavoro che consisteva nel portare bambini piccoli in spiaggia a giocare e a fare il bagno.
Questa è stata un po’ una svolta nella mia vita perché mi è sempre piaciuto l’insegnamento ma il mio obiettivo era sempre stato quello di lavorare con ragazzi del liceo. Da quel momento invece ho capito che i più piccoli erano il mio mondo. Da lì in poi non ho più smesso di lavorare (e studiare) con loro… e lo faccio ancora!”
Quando torni a casa la sera cosa ti fa pensare “oggi è stata una bella giornata”?
“Sicuramente il sorriso dei bambini. Io vado spesso al nido, mi piace essere presente e vedere i bambini felici è la cosa che mi appaga di più.”
Secondo te le persone cosa non sanno del tuo lavoro? Raccontacelo.
“Molte persone non sanno che questo lavoro è molto impegnativo, anche in termini di tempo da dedicargli. La giornata non finisce quando il nido chiude e spesso si continua a lavorare e studiare anche la sera, anche nel fine settimana, per attuare un miglioramento continuo e mettere sempre il personale nelle condizioni di lavorare meglio. Se il team lavora bene, questo si riflette automaticamente sulla qualità del servizio e quindi avrà ricadute anche sui nostri utenti: i bambini e le famiglie.
Il mio lavoro è far sì che ogni singola persona che lavora all’interno del nido dia il meglio di sé, affinché i più piccoli possano avere un servizio d’eccellenza, per il quale noi siamo conosciuti e apprezzati.
Lavorando al nido, a contatto diretto con i più piccoli, abbiamo la responsabilità non solo del loro futuro ma anche del nostro, perché i più piccoli sono il nostro futuro.”
Un ambito molto delicato e importante per le famiglie e per l’intera comunità: quali sono le caratteristiche che non devono mai mancare a chi ci lavora?
“Prima di tutto: saper lavorare in gruppo. È un aspetto che può sembrare scontato ma è assolutamente fondamentale per il nostro lavoro.
Altri due aspetti importanti sono sicuramente il saper prendere l’iniziativa e non perdersi mai d’animo perché con i bambini può succedere di scoraggiarsi, invece bisogna insistere e perseverare!
Ultimo elemento importante e su cui cerco sempre di fare leva con i miei collaboratori: non smettere mai di studiare e di informarsi. La formazione è fondamentale per migliorare ed essere sempre al passo con i tempi e con le novità che nel nostro settore sono costanti. Il nostro mestiere è fatto di routine che deve essere “spezzata” tramite la formazione, capace di nuovi stimoli e riflessione su sé stessi.”
Quindi quali consigli daresti a una persona che vorrebbe fare il tuo lavoro?
Avere una grande passione per la cultura dell’infanzia, questo è senza dubbio il primo consiglio che posso dare a tutte le persone che si affacciano a questo mondo.
Altri consigli: informarsi e fare formazione costantemente, essere curiosi e sperimentare.
Come è cambiato il tuo lavoro negli anni e come è cambiato negli ultimi due anni?
Il mio lavoro è cambiato totalmente negli anni, ho iniziato come educatrice per i servizi estivi. Poi educatrice di nido per circa 10 anni e infine sono diventata referente di servizio e coordinatrice pedagogica. Adesso ho più responsabilità verso il mio gruppo di lavoro, verso gli enti committenti e verso le famiglie.
Il Covid ovviamente ha fatto cambiare molto i nostri flussi di lavoro ma ci siamo adattati, per rispettare le indicazioni sanitarie e di prevenzione e per continuare ad essere aperti e accoglienti verso le famiglie.
Faccio un esempio semplice: ci sono tanti bambini che hanno conosciuto gli educatori solo con la mascherina e abbiamo dovuto fare un lavoro davvero importante per riuscire comunicare e lavorare con i più piccoli eliminando tutta la parte di espressività facciale che prima della pandemia era uno dei contatti principali con loro, che ancora non parlano.
Cosa significa per te lavorare a stretto contatto con i bambini?
Gioia pura, per me lavorare con i bambini si racchiude in queste due parole: gioia pura.
I bambini ti danno quell’energia per affrontare la fatica, per migliorare il lavoro con loro e per migliorare te stesso, ti fanno sentire vivo.
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