Coinvolgente e appassionate, un lavoro che mi appaga da 27 anni

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Carla Calamai. Prima di tutto le chiediamo di presentarsi:

“Ho 56 anni, sono assistente domiciliare dal 1995 e lavoro per la Cooperativa Di Vittorio a Fiesole. 

Il mio lavoro si svolge principalmente la mattina, inizio intorno alle 7 a casa dell’utente e mi occupo di tutto quello di cui ha bisogno la famiglia che ci ha contattato. Aiuto l’utente nell’igiene personale o a sistemare la casa, vado a fare la spesa… Le mansioni di cui ci occupiamo, parlo al plurale perché per me le mie colleghe sono come una famiglia e condividiamo tutto, sono le più disparate e hanno tutte un minimo comun denominatore: aiutare. Di solito il mio turno finisce intorno alle 14 – 14.30. 

Ci sono anche i servizi pomeridiani: in questo caso seguiamo la rimessa a letto e la preparazione per la notte, oltre ad altre faccende e commissioni.

I nostri compiti vengono stabiliti dall’assistente sociale che segue la famiglia insieme alla nostra coordinatrice.”

Dopo tutti questi anni di lavoro nel sociale forse “l’assistenza” fa parte del suo modo di essere…

“Si, aiutare le persone, fare assistenza domiciliare ti coinvolge al 100%.
È un lavoro che ti fa entrare in contatto ogni giorno con storie diverse, e per me ascoltare le persone che seguo, supportarle e condividere la loro quotidianità mi fa pensare di essere parte integrante della loro vita. 

Noi lavoriamo nelle case dei nostri utenti, dove dobbiamo entrare “in punta di piedi”, con grande rispetto, per guadagnarci la loro fiducia. Una volta superata la diffidenza iniziale, il legame che si crea è sempre fortissimo. Viviamo a pieno ogni momento che passiamo con loro.”

Se dovessi scegliere degli aggettivi per descriverti? 

Divertente: con me ci scappa sempre una risata. Cerco sempre di portare il sorriso quando sono al lavoro. Ci tengo molto a portare un po’ di allegria nelle case delle persone. 

Puntuale: mi piace essere puntuale, sia sul lavoro che nella mia vita privata. 

Loquace: mi piace chiacchierare e scoprire le vite delle persone che aiuto.”

E se invece parliamo di passioni, cosa ti piace?

“Beh, prima di tutto: giocare a carte! Non rifiuto mai una sfida a burraco.

Poi guardo diverse serie TV, mi appassionano.
Un’altra cosa che mi piace fare è coltivare il mio orto.”

Cosa sognavi 10 anni fa? 

“Ho due gemelli di 18 anni quindi 10 anni fa avevano 8 anni. Quello che sognavo e speravo era che potessero avere una vita scolastica serena, senza intoppi e ora posso dire, dato che sono arrivati in quinta superiore, che tutto è andato bene. Se invece penso al futuro, spero che si possano realizzare anche nella vita e che possano fare sempre quello che desiderano.

Parlando di me, spero prima di tutto di restare in salute e poter lavorate ancora tanto, con la stessa soddisfazione che ho avuto in tutti questi anni.” 

Secondo te cosa non sanno le persone del tuo lavoro?

“Molti pensano che il nostro lavoro sia fisicamente stancante, ed è una cosa vera, ma pochi sanno invece quanto è gratificante e motivante. Per me, sapere di essere un sostegno fondamentale per i miei utenti, di essere una delle poche persone che vedranno nella giornata, portare aiuto fisico ma anche un sorriso, una parola, uno sguardo gentile, è ciò che mi fa andare volentieri al lavoro la mattina. 

So di fare qualcosa di giusto. Aiutare mi fa stare bene. 

Che caratteristiche deve avere una persona per lavorare nel tuo settore?

“Prima di tutto: discrezione. Avere la sensibilità di capire come muoversi in casa delle persone, cosa fare, cosa dire o non dire. È importante, importantissimo. 

Devi saper affrontare i problemi. Fai parte di un gruppo ma poi dall’utente sei da solo e nell’immediato devi sapertela cavare da solo. 

Serve anche la pazienza, come in tanti altri lavori. 

Ultimo punto, ma non per importanza: saper lavorare in gruppo.

Parlando invece di consigli che posso dare a chi vuole intraprendere questa professione, ce n’è uno che sembra banale, ma è meglio ricordarlo: bisogna essere pronti ad affrontare “la malattia”. Davanti a noi avremo sempre persone che hanno problemi, e dobbiamo avere la forza fisica e mentale di aiutarle. Per questo non dobbiamo farci carico di tutto il dolore che la malattia comporta, altrimenti non potremo essere di aiuto all’utente e alla sua famiglia e soprattutto diventerà tutto estremamente faticoso anche a livello psicologico.”

Senti la grande responsabilità, anche sociale, del tuo lavoro? 

“Sì assolutamente! Ogni volta che entro in una casa capisco subito quanto è importante per tutta la famiglia il nostro lavoro, quanto può essere fondamentale dare un piccolo supporto, anche morale. È una responsabilità che sento e proprio per questo cerco di portare un piccolo, piccolissimo sorriso in ogni casa in cui entro.” 

Ti piacerebbe conoscere altre storie dei nostri operatori o scoprire le offerte di lavoro? Seguici anche sui canali social: Facebook e LinkedIn.